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La Facoltà giuridica della Sapienza di Roma ha inaugurato la nuova serie della sua antica Rivista italiana per le scienze giuridiche, fondata da Francesco Schupfer e Guido Fusinato, che da molti anni aveva sospeso le sue pubblicazioni. Dell’antica e gloriosa Rivista la Facoltà intende conservare il carattere multi-disciplinare, anche se in un contesto e con finalità mutate.
L’idea è quella di far leva su un patrimonio di dottrina e di pratica per mettere a fuoco i problemi epocali che sono venuti maturando nella società contemporanea e che hanno contribuito a modificare tradizionali concezioni del diritto, insieme con gli stessi fondamenti di questo. La Rivista vuole essere lo strumento più idoneo per conservare alle facoltà giuridiche, e quindi alle Università, quel ruolo scientifico trainante di cui sono depositarie, evitando di cadere in un empirismo dominato da una pratica senza orizzonti.
Si propone, pertanto, di offrire in ogni numero la trattazione organica di un tema di grande attualità nella vita del diritto, affrontato sotto molteplici angoli visuali e sviluppato mediante la pluralità di strumenti analitici posti a disposizione delle varie competenze disciplinari. Il primo numero, ad esempio, tratta il tema delle «Fonti del diritto». Le enormi e molteplici trasformazioni che in questo settore sono intervenute e tuttora si svolgono sono analizzate da una molteplicità di punti di vista, in relazione ai vari aspetti in cui esse si sono sostanziate. Civilisti, amministrativisti, costituzionalisti, internazionalisti, insieme con storici del diritto, partecipano ad un comune lavoro di riflessione e di verifica al fine di pervenire, per quanto possibile, ad un quadro organico in grado di offrire una comprensione quanto più articolata dei processi in corso e dei loro effetti non soltanto nell’ordinamento italiano, ma sulla natura stessa dei fenomeni giuridici quali sono codificati nell’esperienza dell’Europa contemporanea.
La trattazione di un tale tema di ampio respiro sarà preceduta in ogni numero da uno scritto di uno dei maestri che hanno illustrato la Facoltà, non solo per contemplare le glorie del passato, ma per offrire immediatamente una profondità di campo alla Rivista, legando la riflessione di oggi a quella del passato nelle sue forme più alte.